“Le sfide dei Compagnon oggi”
Indagine conoscitiva sugli stili di vita dei ragazzi/e tra i 16 e i 21 anni
Edizione 2018
Autori:
Jean Pierre Caruso (Conduttore dell’indagine e infermiere presso A.O.U. Careggi)
Ignazio Barbuscia (Direttore dei Ministeri Avventisti per la Gioventù)
Conoscere una generazione per certi versi è una missione impossibile, soprattutto nel pieno del loro sviluppo evolutivo. Guidare una generazione è la sfida quotidiana di ogni famiglia, di ogni chiesa e della società in generale. I comportamenti a rischio che possono assumere i giovani sono svariati, individuarne i fattori è fondamentale per chi ha un ruolo educativo. Come Ministeri Avventisti per la Gioventù, abbiamo condotto un’indagine con lo scopo di rilevare alcuni aspetti della vita quotidiana di ragazzi/e tra i 16 e i 21 anni (che noi chiamiamo “Compagnon” e che frequentano le nostre comunità), volgendo l’attenzione al loro mondo per poi successivamente incentivare e favorire interventi educativi ancor più mirati.
L’indagine è stata realizzata in maniera guidata mediante un questionario anonimo autosomministrato durante il Congresso Compagnon nel mese di novembre del 2018. Hanno compilato il questionario 132 Compagnon provenienti da tutta Italia, un campione pari a 1/5 di coloro che frequentano abitualmente le nostre comunità. Le aree di indagine sono state le seguenti: tempo libero, vita spirituale, utilizzo di internet, gioco d’azzardo, consumo di alcol e tabacco. Per ogni area, le tipologie di risposte erano svariate, dalla dicotomica alla risposta unica, alla risposta multipla. I dati raccolti ci hanno permesso di delineare un quadro sufficiente sui loro stili di vita.
In questo articolo proponiamo una sintesi dei risultati dell’intero questionario per dare un’idea complessiva dei vari aspetti, che meriterebbero un maggiore approfondimento e studio. Ovviamente trattasi di una fotografia antecedente la pandemia attualmente in corso. Questi dati, alla luce di periodi più o meno lunghi di lockdown e restrizioni e di abitudini in molti casi totalmente stravolte, potrebbero sembrare poco attuali. Ma riteniamo siano comunque utili perché, seppur in maniera parziale, presentano un quadro generale conoscitivo dei nostri Compagnon, di come vivevano in Chiesa, in famiglia, a scuola e con gli amici. La pandemia potrebbe aver accentuato alcune cose, createne di nuove (basti pensare alla didattica a distanza), messe in stand-by altre, ridimensionatene altre ancora. La fotografia oggi sarebbe sicuramente diversa a distanza di due anni e con un’inattesa crisi sociale su vari livelli, ma rimane utile avere almeno un’idea della loro situazione immediatamente precedente quella attuale.
Tempo libero e utilizzo di internet
La metà di loro legge meno di mezz’ora al giorno e trascorre la quasi totalità del tempo libero extra scolastico utilizzando internet soprattutto attraverso lo smartphone. Un terzo di loro lo fa per oltre 4 ore al giorno. Questo dato era molto prevedibile considerata la realtà odierna, trattasi di una generazione nata in un mondo dove queste tecnologie e internet esistevano già e fanno quindi parte della loro vita e per molti sono irrinunciabili. Sono i social network e le chat ad occupare la maggior parte del tempo su internet. Il 71% ha dichiarato di ricevere messaggi e immagini con espliciti riferimenti sessuali, il 36% ha dichiarato di riceverli da persone conosciute online e il 17% ha dichiarato di essere loro stessi mittenti di foto o video nudi/seminudi. Ma internet è utilizzato anche per studiare, raccogliere informazioni, guardare film e scaricare musica; tutte attività sane e tipiche di un ragazzo di quell’età. I genitori, solo nel 29% dei casi pongono dei limiti alle attività del tempo libero, il 61% lo lascia gestire liberamente e autonomamente ai propri figli. Tre ragazzi su quattro ha dichiarato di avere pochi “veri” amici, questo lascia pensare che la prevalenza di una vita virtuale rispetto a quella reale complica le relazioni affettive e che la vera amicizia è un valore molto importante per loro, ma difficile da raggiungere e solo con pochi. Allo stesso tempo ci si confida quasi esclusivamente con gli amici, ma anche con Gesù (51%), poi con la mamma, i papà invece vengono dopo altri parenti e, in coda, il proprio pastore (5%), nessuno con i propri insegnanti. Il 40% ha dichiarato di non essere a loro agio con il proprio corpo e con il proprio aspetto fisico; questo non sorprende vista l’età e visto i canoni di bellezza che la società e soprattutto i social media propongono. Le generazioni cambiano e anche dal punto di vista sessuale ci sono significativi cambiamenti. L’età media del primo rapporto risulta essere di 16,4 anni, il 45% di loro ha già avuto rapporti sessuali completi e il 51% di coloro che li hanno avuti non usa metodi contraccettivi. Circa il rapporto con gli insegnanti e i compagni di classe, il 65% di loro ha riscontrato episodi di bullismo a scuola, un fenomeno sempre più grande e preoccupante. Hanno dichiarato comunque di sentirsi accettati in classe per quello che sono (88%) e di trovarsi bene in classe (84%). Hanno dichiarato anche di avere un buon rapporto con gli insegnanti (52%) anche se non sempre gli insegnanti si occupano dei problemi degli studenti (60%). Hanno espresso invece una certa maturità nel descrivere i primi 5 aspetti più importanti nella loro vita: famiglia, amicizia, amore, rapporto con Dio, libertà. Il frequentare o appartenere ad una comunità avventista insieme alla famiglia probabilmente induce i ragazzi a considerare importante il rapporto con Dio e ad includerlo nella loro lista. I nostri ragazzi sembrano avere dei sogni per la propria vita (95%) e sono abbastanza convinti della loro realizzazione (81%), in generale si dichiarano per lo più ottimisti (57%).
Alcol, fumo e gioco d’azzardo
Sui rischi dovuti all’assunzione di alcol sembra che i ragazzi abbiano una percezione cosciente e preparata, infatti l’80% di loro pensa che il rischio maggiore nel consumare bevande alcoliche sia quello di diventare un dipendente e di provocare incidenti stradali (95%); anche se probabilmente non conoscono realmente gli effetti devastanti sulla salute in generale. Sono coscienti anche del fatto che il consumo di alcolici e il cellulare può mettere a rischio la loro vita mentre si guida.
Conoscono il fatto che il consumo di alcolici è deleterio in gravidanza e sulla fertilità maschile e femminile; anche se c’è poca conoscenza che il consumo di bevande alcoliche è più dannoso nel sesso femminile che in quello maschile (il 75% infatti ha risposto entrambi); mentre di fatto le donne risultano più vulnerabili dell’uomo agli effetti dell’alcol per varie ragioni.
Come la quasi maggioranza dei ragazzi della nostra società, anche i nostri Compagnon consumano alcolici (80%) e preferiscono la birra, l’aperitivo e il vino con gli amici soprattutto nel week end, in linea con il consumo tipico delle abitudini mediterranee e italiane. Il 58% di loro ha dichiarato di far uso anche di super alcolici e che anche gli amici che frequentano la Chiesa consumano ugualmente alcolici (78%). Iniziano a consumarne tra i 13 ai 17 anni e le principali motivazioni che li spingono a bere sono: perché piace (56%), per provare (33%), per sentirsi più disinibiti (19%), per evadere dalla realtà (13%) e per sentirsi accettati dal gruppo di amici (10%).
Per quanto riguarda il tabacco, hanno dichiarato di aver fumato almeno una volta una sigaretta (65%) ma che il consumo è minore rispetto agli acolici. Probabilmente per una percezione di effetti più negativa del fumo rispetto all’alcol, in linea con i messaggi che ritroviamo nella società di oggi. Anche nel caso delle sigarette il consumo è iniziato tra i 16 e i 19 anni (57%), ma per il restante 43% è iniziato prima dei 15 anni. Non abbiamo inserito nell’indagine il consumo di altri tipi di sostanze, sarà nostra premura inserirlo in un prossimo studio.
Il gioco d’azzardo è diventata una piaga sociale, la maggior parte dei nostri ragazzi non gioca d’azzardo (70%), ma il 30% di loro gioca in maniera sporadica (circa una volta al mese), spendendo meno di 5 euro per volta principalmente presso tabaccai/edicole ma anche da casa direttamente online (23%) preferendo i giochi di carte, le scommesse sportive e i gratta e vinci. Il 53% ha dichiarato che il gioco d’azzardo è molto diffuso tra i ragazzi.
Vita spirituale
I ragazzi hanno dichiarato di credere in Dio (97%) ma fanno fatica a sentirlo, sensazione che spesso sente anche un adulto in alcuni periodi della propria vita. La metà di loro legge la Bibbia e quasi la totalità prega sempre o qualche volta (91%). Certo fa effetto incrociare i dati soprariportati su alcune loro abitudini (alcol, tabacco, sessualità) e questi che riguardano la loro vita spirituale, aspetti che convivono insieme. Un terzo di loro non legge la Bibbia ma ha dichiarato che gli piacerebbe iniziare. Prevalgono anche alcuni aspetti contrastanti su come considerano la Chiesa Avventista. Se da una parte viene considerata come una famiglia (51%) ed è un motivo di orgoglio (20%), dall’altra parte alcune volte si vergognano di essa (21%) e non ne parlano con gli amici (38%), alcuni invece pensano che in chiesa si viva un altro mondo (27%). Poco più della metà di loro è coinvolto nella vita di chiesa attraverso un incarico (52%) il 34% ha dichiarato che gli piacerebbe avere un incarico. Prevalgono soprattutto gli incarichi nell’A.I.S.A., nella sezione tecnica (regia audio-video) e nel settore musicale. La loro chiesa di appartenenza risponde in parte alle loro esigenze e necessità (48%). Questo dato dovrebbe far riflettere le nostre comunità. Sicuramente una migliore conoscenza del mondo giovanile, delle loro abitudini e delle loro sfide li avvicinerebbe maggiormente alla comunità stessa, anche perché la chiesa per la metà di loro riesce comunque ad offrire spazi di crescita spirituale. Quasi la metà di loro valuta il proprio personale rapporto con Gesù “intenso/molto intenso”. Non mancano le idee che apporterebbero nella propria realtà locale, ma non si sentono coinvolti. Sentono e sperano in un cambiamento che debba avvenire nelle relazioni tra membri di chiesa, nella mentalità di tanti adulti e nella rigidità che alcuni di essi hanno. Un dato bello e confortante emerso in questa indagine è che la maggioranza di loro (80%) crede ancora nel ritorno di Gesù e questo sicuramente ci rallegra il cuore.
Conclusioni
E’ importante capire come i nostri ragazzi trascorrono il loro tempo libero, quali sono le loro abitudini e il loro pensiero su alcuni temi. È importante capire il loro rapporto quotidiano con Dio. Vivono in una società ipertecnologica e con tante insidie, al tempo di Facebook, Instagram, TikTok, WhatsApp, ecc…, senza i quali sembra quasi non si riesca a comunicare. Ma vivono anche una dimensione ecclesiastica e spesso, fuori dai contesti ecclesiali, si confrontano con amici e realtà completamente differenti. Spesso i ragazzi si vedono distanti dalle abitudini, dai costumi e dalle dottrine della chiesa, si vedono distanti da quello che viene proposto dal “pulpito”.
I ragazzi hanno un potenziale enorme da spendere per l’Opera del Signore, una vitalità che altri non hanno. Da loro usciranno i nostri probabili e futuri dirigenti di Chiesa. Amiamo sempre di più i nostri ragazzi, accogliamoli e offriamo loro occasioni e opportunità di crescita a tutto tondo. Mettiamo in campo le migliori risorse umane e le più importanti risorse economiche da utilizzare per loro e verso di loro, forniamogli degli strumenti utili per affrontare le sfide della vita. Stiamogli vicino, camminiamo al loro fianco.
Quest’articolo è stato pubblicato sulla rivista “Il Messaggero Avventista”, Marzo 2021, Anno XCVI, n. 3.